lunedì 26 settembre 2016

Have u ever danced with the devil?

29/09/16

Se ne sta seduto sulla sedia di metallo recuperata dalla cucina, l'ha trascinata fino alla camera da letto, posizionata davanti al materasso buttato per terra, attento a non toccare il cavalletto nel centro della stanza e ora è lì. Seduto sulla sedia a osservare la donna nuda e addormenta sul letto, o non dorme? Non sa dirlo, le fissa il petto nudo che si alza e si abbassa regolarmente e stringe le labbra in una linea sottile.

Bella.

È tutto ciò che dice mentre la donna mugola appena, rigirandosi nel letto, tra le lenzuola stropicciate e sporche. Ha grossi segni sulle braccia, lividi e tagli, cicatrici di una vita distrutta. Le stesse che ha lui.

Bella.

Lo ripete mentre soffia il fumo dalla sigaretta verso l'alto in un sospiro affranto. Le ha dato una dose, l'ha osservata mentre si faceva in vena, l'ago che entrava nella pelle morbida, lo stantuffo che calava, l'ha guardata mordersi le labbra e scivolare in quella soffocante e nebbiosa meraviglia.

Come un angelo.

Caduto rovinosamente in rovina, dalle ali strappate e distrutte, sporco e macchiato dall'uomo e da lui. Si considera ancora umano? Lo è forse.. da qualche parte.

Il mio angelo.

È ossessione malata quella che lo anima, una possessione inutile e che durerà davvero poco. Deviata e soffocante, che forse lo farà essere troppo duro. Troppo nervoso. Troppo manesco.

Mio.

Ma per ora va bene, per ora lei, persa in quella nebbia senza tregua, in quel paradiso scomparso, gli ride e lo accoglie a braccia aperte e lui si insinua, le morde il collo, le passa mani graffiate e macchiate sul corpo livido e sporco, appoggiandosi a lei come ad uno scoglio dopo ore di nuoto, esausto.

Così..bella.

Quando entra dentro di lei la guarda negli occhi, si lecca le labbra e cerca quella scintilla di consapevolezza nella nebbia della droga, cerca quella sua rappresentazione, quello che resta dall'angelo steso sul suo letto, un angelo che soffre per la sua caduta, che si odia, che si sente sporco per quanto fa, che chiede perdono urlando e strappandosi i capelli.

Guardami

Solo quando lo vede scoppia a ridere iniziando a muoversi con spinte regolari.
La convinzione di aver preso anche quel suo ultimo pizzico di bellezza gli entra nella pelle. Si sente importante, il centro del mondo per quella ragazza che confusa risponde alle risate tra un sussulto e un sospiro, agganciata alle sue spalle, e non si capisce cosa è che la fa stare meglio ormai.

Così bella, così mia.

Continuerà a morderla, continuerà a segnarla e sporcarla, a condividere la sua siringa, la sua polvere e il suo sesso finché non vedrà lo sguardo cupo di chi è caduto per sempre. E allora si stancherà di lei, passerà alla prossima modella, ruberà la sua anima e come quella prima la imprigionerà in un quadro prima di annientarla completamente.
Perché è quello il momento in cui l'anima da il meglio di sé, diventa bellissima.
Perfetta.
E avrà un nuovo angelo aggrappato a lui, voglioso di lui, disperato.
Un nuovo angelo pronto a morire per lui.
E lui lo sa.
Non è il diavolo l'angelo più bello del creato?

mercoledì 14 settembre 2016

Asshole

14/09/16 - ore 06:31
[Nuova chiamata]

Che cazzo...pronto?

Quasi cade dal divano mentre risponde alla chiamata, troppo presto e lui è andato a dormire decisamente troppo tardi. Ha la bocca impastata, gli occhi socchiusi e le braccia che gli bruciano moltissimo e il bello è che a mal la pena ricorda perchè.

Malachy?

La voce dall'altra parte del telefono lo fa restare senza fiato, rischia l'infarto, se lo sente, quasi gli viene da piangere e si siede composto, come se li potesse in un qualche modo vederlo, stravaccato in mutande su un divano che non è suo, arrotolato ad una donna che non è lei e che lui dice di amare così tanto. Sposta Tanja con lentezza, parla a bassa voce al telefono e si alza, per infilarsi nel bagno.

Sa..cazzo Sandy? San..sei tu? Mi..stai chiamando tu?

Perchè fondamentalmente non ci crede, pensa sia un sogno, probabilmente è un sogno. Si guarda allo specchio del bagno, cerca qualcosa di strano sul suo volto, si da un pizzico sul collo e indietreggia di colpo per il dolore. No, non è un sogno.

Si..senti Malachy è una cosa veloce ok? Non vorrei farlo, ma è quasi un mese che vivo con l'angoscia, dopo quella chiamata, tu sai che..dimmi solo se stai con un'altra.

Sei gelosa?

Il sorriso che si disegna sulle sue labbra è ferino, divertito, per un attimo dimentica tutto. E' ancora lo stronzo irlandese che vive tra le vie dello squartatore, il pittore romantico che ammalia le ragazze con qualche disegnino e un po' di manualità. Quante scopate per un semplice origami.

Vaffanculo Mal, non sono gelosa, sono preoccupata per quella cazzo di poveretta, ok?

Il gelo e la rabbia nelle parole di lei lo scaraventa nella realtà. Il bagno freddo, sconosciuto, la casa non sua, l'amore non suo. Tutte bugie a cui si aggrappa nel tentativo di sembrare qualcosa di meglio. Si siede accanto al water e resta seduto, con le ginocchia al petto, una mano sulla testa e il telefono all'orecchio.

Scusa..scusa, no. Non sto con nessuno, era lo scherzo di una tipa che..è lunga da spiegare ok Sandy? Ma non sto con nessuno, sono solo.

Ed è così che deve restare.

E' lapidaria lei, sente il coltello entrare nel petto e chiude gli occhi mentre la mano aperta resta premuta contro la testa. Tira su con il naso in un tic che non può esimersi dal fare, e si schiarisce la voce.

Sai che è stato un errore, con te..io..non lo rifarei più, lo sai, lo sai che non farei mai una cosa simile che..è stato uno sbaglio, tutto qui, sto bene ora, mi sto ripulendo, e questa volta funzionerà, e..e non succederà mai più una cosa simile, ok?

Lo sappiamo entrambi che non è così Mal, tu sei un cazzo di stronzo violento, ok? Sarebbe successo, era solo da aspettare il momento giusto, ma sarebbe successo comunque. Non è la droga che te lo fa fare, sei tu, è la tua cazzo di testa tutta storta, mi hai rovinato la vita, ti rendi conto di quello che hai fatto? Ti rendi conto di ciò che hai fatto Malachy? Di cosa ti sei macchiato? Ci hai mai pensato testa di cazzo che non sei altro? Hai mai pensato a quanto fai schifo?

Lei continua, gli vomita parole sulla testa, parole che fanno male, che lo spingono a rannicchiarsi contro il muro, sente il dolore che gli scivola nel petto, che gli inonda il cuore e inspira profondamente annuendo alla voce al telefono.

Si. Tutti i giorni, tutti i fottutissimi giorni della mia vita.

Lo dice con un sussurro, restando con il telefono contro l'orecchio, le labbra strette e gli occhi umidi chiusi. Non sa e spera vivamente che Tanja nell'altra stanza non si sia svegliata.

Ed è bene che non te ne dimentichi. 

[Fine Chiamata]

La chiamata si chiude così, e lui resta fermo, con il telefono all'orecchio, a fissare il nulla. Telefono che lascia cadere, mentre si arrotola su se stesso, le mani sulla testa, entrambe, le dita ad uncino. Vorrebbe urlare, ma lo fa solo nella sua testa. Stringe le mani talmente tanto forte da ferirsi i palmi con le unghie e solo dopo alcuni minuti in questa posizione, con i muscoli tesi dallo sforzo e il viso premuto contro le braccia, decide di sciogliersi. Recupera il telefono, si alza e guarda il proprio riflesso sullo specchio del bagno. Ingoia un grumo di saliva, stringe le labbra e accenna un sorriso quasi orgoglioso.
Ma l'espressione seguente non è per nulla felice.


martedì 13 settembre 2016

Ragni




Ci sono i                            ragni nel letto.
Li sente camminare,      zampine lunghe e sottili
Ci sono i ragni per terra, sul soffitto e sopra le pareti.
Ci sono i ragni sulla pelle e lui  può sentirli sgambettare.
Ci sono i ragni che entrano nella bocca e camminano.
Scendono lungo la gola e continuano a camminare.
ne sente uno proprio sul petto, è li che scava.
Le braccia sono le loro preferite, ma 
loro non demordono, continuano
finchè non trovano il cuore
e li restano
morti
.

E in tutto questo lui non ha mai smesso di grattarli via.

martedì 6 settembre 2016

Bring back my paradise




Allora, cosa vuoi che ti faccio?

Ha la mente annebbiata, la droga pompa nel sangue e arriva fino al cervello, a mal la pena sa dove si trova e il suo cervello continua a urlare che è un'ottima idea. Allunga la mano per acchiappare la vita di Janet che ride e ride..e lui non sa perchè.

Cosa mi faccio tesoro, mh?

Lei continua a ridere, si china su di lui, quasi si sdraia e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Lui risponde ridendo, le infila la lingua in bocca e sente distintamente il tatuatore sbuffare. Forse è questo che lo fa desistere dall'alzare la maglia della ragazza, ma non dall'infilare la mano sotto la sua gonna. La sente sospirare e ride ancora, voltandosi verso l'uomo.

Joe, andiamo..cazzo ne so..scrivimi, scrivimi LOL sulla mano, qui

Apre la mano, mostrando il punto tra pollice e indice del dorso, l'amico, anche lui non propriamente lucido, raccatta la macchinetta dal tavolo, immerge la punta nel colore e stringe la mano di lui, evitando così che si muova troppo. Se la appoggia tra le gambe e la sua mente confusa registra altro.

Non te lo faccio un lavoro di mano adesso Joe, prima fammi il cazzo di tatuaggio

L'amico gli da uno schiaffo dietro la spalla, ridono tutti, qualcuno sniffa coca dal tavolo accanto all'inchiostro scuro, qualcuno balla, due donne si baciano sul divano davanti a loro mentre lui continua a tenere la mano sotto la gonna di una Janet che si aggrappa a lui, soffiandogli nell'orecchio. Il dolore del tatuaggio nemmeno lo sente, non si accorge che Joe in piena creatività continua a disegnargli la mano con altri tatuaggi più piccoli e apparentemente insensati, soprattutto quando Janet perde ogni inibizione e va a mettersi in ginocchio tra le sue gambe.

Ah..sono in paradiso

Lo dice ridendo mentre sente il rumore della zip che si apre, coperto da quello della macchinetta che prosegue il suo lavoro. Il naso ancora sporco di polvere bianca e il cervello e gli occhi che bruciano come l'inferno. Eppure lui si crede in paradiso.

Quando cinque anni dopo entra all'interno del negozio di tatuaggi e piercing a Cleveland, spera di ritrovare un po' di quel paradiso, ma non funziona. Non era l'eccitazione del tatuaggio, nemmeno l'idea del pompino, nemmeno l'ambiente. Era la droga a farlo volare, e senza quello anche la pazzia più spettacolare sembra non fargli provare assolutamente niente.